Gli ultimi due anni sono stati difficili per tutti, e non sono l’unica ad aver pensato che probabilmente sarebbe stata una buona idea quella di definire legalmente il rapporto con il proprio partner (matrimonio e simili).
Meglio prevenire che curare, dicono.
Dunque, visto che amici e parenti vivono in Italia, abbiamo pensato che sarebbe stato più semplice fare un’unione civile qui a Londra, e poi, con calma, si poteva pensare di organizzare il matrimonio in Italia, quando sarà possibile (non credo molto presto, ma vedremo).
Quello che non sapevamo era che, sì, è in qualche modo più gestibile, ma, per cominciare, avevamo bisogno di due testimoni. Allora perché non prenotiamo quella deliziosa suite del comune? Dovremmo anche invitare altre persone in modo che non sia troppo vuoto. Quindi dovremmo invitarli a pranzo dopo, giusto? E forse andrebbe bene anche una piccola torta. Quindi, e le bomboniere, da lasciare come ringraziamento per essere venuti, non ce le mettiamo?
Per farla breve: c’è stata ben poca differenza con un vero matrimonio (mi sono rifiutata categoricamente di vestirmi di bianco).
Il 23 ottobre Matteo ed io abbiamo celebrato la nostra unione civile al Lambeth Town Hall di Brixton.
E adesso abbiamo due bellissimi anelli bianchi che servono anche ad altro.

Dimenticavo: siamo anche ufficialmente Lord e Lady of Glencoe and Lochaber.
Discussione