Tra tutti i colloqui che ho fatto ultimamente, ce n’è uno fatto via Hangout di cui difficilmente mi dimenticherò. Per molti motivi: perché non mi hanno fatto le solite domande tecniche, perché a differenza degli altri ho visto l’interlocutore, perché ho visto parte di un luogo, lo sfondo, che mi affascina particolarmente, e perché, tutto sommato, mi sento privilegiata anche solo per averlo fatto, questo colloquio. Ma sopratutto perché mi ha fatto sognare, per un momento, di poter far parte di quel mondo, anche se non succederà. E questo sogno mi ha fatto sentire benissimo.
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