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#189 – Mai usciti dal feudalesimo

Oggi sono andata a sentire la presentazione dei volumi della VIII Appendice dell’Enciclopedia Treccani, nella Sala delle Adunanze in Palazzo Brera, organizzata dall’Istituto Lombardo, Accademia di Scienze e Lettere.
E’ stato molto più interessante di quanto credessi, e ho soprattutto seguito volentieri un intervento in particolare: quello di Giorgio Lunghini sul volume di Economia.
Prima di tutto ho apprezzato la breve discussione sull’epistemologia dell’economia politica, che mi è piaciuta particolarmente soprattutto perché non mi ero mai soffermata sulla questione, che invece ha una sua importanza: di fatto, l’economia politica nasce con la nascita dell’industrializzazione e del capitalismo. Ma soprattutto ho apprezzato il fatto che ha parlato di temi quali il fatto che l’Italia non ha mai avuto una vera e propria rivoluzione industriale, e mi ha fatto riflettere su come in Italia la mentalità diffusa sia quella pre-capitalistica, quella del feudalesimo, quando il surplus restava a vantaggio esclusivo del signore, a differenza del capitalismo dove il surplus viene reinvestito in altre imprese o in nuovi settori della stessa impresa.
Non ci avevo mai pensato, ma è proprio così: c’è il signore che detiene potere e denaro, una schiera di vassalli, valvassini e valvassori, e noi poveri servi della gleba.
Mi ha anche colpito, in generale, come quasi tutte le presentazioni dei volumi contenessero la parola declino, parlando dell’Italia nei periodi più recenti; e anche questo è innegabile.
Infine c’è da dire che in quella sala, a parte un gruppo di ragazzi, probabilmente studenti, ero una delle più giovani.

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