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#89 – Il dolore del dover eliminare dei libri

Confesso: sono innamorata dei libri. Ho la casa piena di libri, letti, straletti, ancora da leggere, storici, dizionari, enciclopedie grandi e piccole, e così via. Il libro è sempre stato un feticcio, un oggetto sacro di cui, ancora adesso, ho profondo rispetto.
Questo non vuol dire che non ami gli ebook: anche quelli ne ho più di quanti probabilmente riuscirò a leggere in tutta la mia vita. Il mio Kindle è ben rimpinzato, e confesso di non resistere quando vedo ottimi libri a 0,99 euro.
Però ci sono dei libri che proprio non ha più senso tenere, considerando anche il pochissimo spazio rimasto in casa: i libri del liceo. Se di quelli universitari non mi disferei mai, anche perché spesso mi sono serviti, obiettivamente non ha più senso tenere dei testi che sono lì senza che nessuno li usi.
Donarli a una biblioteca, da quanto ho capito, non è possibile. Non provo nemmeno a venderli, ma prima di buttarli via (cosa che mi fa sentire come se mi togliessero il sangue) faccio un tentativo: se qualcuno è di Milano, ed è interessato ad averli, glieli regalo volentieri, basta scrivermi un messaggio.
Nella foto proprio non si legge il titolo del secondo libro, che è Il pensiero D’Occidente. Pagine e Testimonianze, di E. Berti, S. Moravia, ed. Le Monnier.

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