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#36 – L’entità del disastro

Ho realizzato solo ieri sera che l’ultima volta che ho avuto un contratto a tempo indeterminato risale proprio a tre anni e otto mesi fa, quel famoso contratto per cui sono ancora in causa.
Il che di per sé non sarebbe nemmeno una cosa così grave, se non fosse che i contratti precari sono una totale farsa: sono di fatto contratti da dipendente, quello che percepisci in più non copre nemmeno vagamente il fatto di non avere malattia, ferie, etc. ma è solo una parte del risparmio delle tasse aziendali, quando va bene, e non è poi così semplice trovare nemmeno questo genere di contratti (non lo è mai stato, anche prima), e infine non ti permettono accesso al credito (cosa che continuo a trovare semplicemente ridicola, ma chiaro, io non sono un genio della finanza).
Il problema è che anche il famoso tempo indeterminato ormai, a parte l’accesso al credito (che poi si riduce a essere spesso solo sulla carta), non è poi tanto diverso dall’essere precario. Si, sulla carta hai la malattia, le ferie, dovresti essere tutelato in caso di mancato pagamento, se ti volessero licenziare; si traduce di fatto in le ferie le fai se te lo diciamo noi, quando diciamo noi, e infatti spesso e volentieri si arriva alla fine dell’anno avendole accumulate; gli straordinari (oddio, ho scritto straordinari!) a me personalmente non li hanno mai pagati, nemmeno quando sarebbero stati dovuti, e spesso non sono compresi nel contratto; forse l’unica cosa che si salva è la malattia. Non parlo della maternità, altro ginepraio, perché sarebbe un discorso lungo e doloroso.
E se per caso l’azienda ha dei problemi, nulla ti salva dalla cassa integrazione, quando ti va bene, dal licenziamento, dai mancati pagamenti che come nel mio caso se ti va bene riesci a recuperare dopo anni, sempre che tu abbia il denaro per pagarti un avvocato (ripeto il concetto: no, affidarsi ai sindacati non è una strada percorribile). La pensione, cos’è? Chissà, non credo che riusciremo a scoprirlo.
Questa è la vera entità del disastro. E non è in alcun modo frutto della crisi economica.

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