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Goodbye, Instagram

Premessa generale: odio spassionatamente Facebook, lo trovo fatto male, invasivo, inutile e spesso irritante.
Se ho ancora un account (l’avevo aperto nel 2007, sospeso per un certo periodo e poi riaperto) è solo perché una parte della mia famiglia e alcuni amici sono lì, o meglio, sono solo lì. E perché mi capita purtroppo sempre più spesso di lavorarci, e avere un profilo diventa indispensabile.

Mi ha sempre infastidito la politica che Facebook applica alle foto caricate sulla pagina di una persona, e infatti ho pochissime foto caricate, tra cui quella del profilo (e forse un’altra mia).

Quello che ci si poteva aspettare ovviamente, dopo l’acquisizione di Instagram, è proprio quello che è successo: che alle foto caricate su Instagram venissero applicate le regole di Facebook. Sebbene Instagram ha dichiarato di voler rinunciare alle nuove regole, resta il fatto appunto che la società è stata acquisita, e che ha fatto un passo falso.

Per quanto mi riguarda questo vuol dire solo una cosa: ho cancellato tutte le foto (per ora mantengo il profilo) e ho disinstallato l’applicazione.
Il gioco di condividere le proprie foto è stato carino finché si giocava, appunto. Ma come tutti i giochi, se le regole cambiano ne posso fare tranquillamente a meno.
Qui non si tratta del discorso: hai un servizio, in qualche modo lo devi pagare; perché sta proprio nel in qualche modo che non ci troveremo mai d’accordo. Flickr, per fare un esempio qualunque, applica una politica molto, molto diversa.
Ma stiamo anche parlando di un servizio e di una community che funzionano, e che funzionano bene.
Instagram per quanto mi riguarda non ha la forza per permettersi una cosa del genere, e in ogni caso l’ha fatto molto, molto male.

Ho dunque fatto un backup delle mie foto che adesso si trovano nell’apposito album su Google+ (a onore del vero, lì si trovano tutte le mie foto).
E’ perfettamente inutile chiedere se Google facesse una cosa simile che cosa farei, perché farei la stessa identica cosa. Solo che non dovrei fare nessun backup, cosa invece che è stata necessaria prima con Flickr poi con Instagram.
Ovvero, quando scatto una foto col cellulare (e ormai le faccio solo così) in prossimità di una Wi-Fi me la carica sul mio profilo Google, da cui le scarico tramite Picasa (il programma, mi basta aprirlo per avere la sincronizzazione), di solito faccio un minimo di editing (Picasa per fare editing di base è comodissimo), end of story. Così facendo, ho una copia locale sempre aggiornata di tutte le mie foto in due posti (pc e cellulare).

Il che direi che chiarisce anche la scelta di aver messo proprio lì le mie foto. Lo stesso luogo in cui ho i miei contatti, la mia email, il mio Feed Reader, il mio calendario, i miei documenti, anche qualche libro.
E si, lo so, non c’è bisogno di dirmelo: backup, backup, backup.

P.S. Cancellare le foto è stato un discreto incubo. Ho dovuto cancellare quelle sul cellulare, sloggarmi e riloggarmi nmila volte prima che funzionasse.

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