Sono 29 anni che fumo.
Sono 29 anni che mi faccio del male, ho cominciato da subito a farmene molto (ho fumato da subito molte sigarette).

29 anni di avvelenamento.
I segni di questo avvelenamento adesso sono ben visibili: basta guardarmi in faccia, osservando la pelle, i denti, la couperose, che indica un problema più grave di circolazione periferica.
Mi sono anche rovinata, sempre per via della circolazione, alcune delle cellule cerebrali, che praticamente non respirano più. Ho la pressione alta. Non escludo che i problemi che ho alla schiena siano almeno in parte causati dal fumo.
In generale ho lo stato di salute di una 60enne.
E tutto questo oltre al rischio concreto del cancro al polmone.

Parentesi sul cancro al polmone: poniamo per ipotesi che si abbia l’80% di possibilità di contrarre il cancro al polmone fumando (non credo sia la percentuale corretta). Perché c’è sempre quello che dice: ma mio nonno/zio/cugino/etc ha sempre fumato e non l’ha mai avuto? Per un motivo semplicissimo: non è che non sia vero, potrebbe essere verissimo; la verità è che nulla vieta che si possa essere in quel 20% che non avrà mai il cancro al polmone. Meglio: scientificamente parlando, sono talmente tante le altre condizioni ambientali (cibo che ci mangia, città in cui si vive, abitudini, tipo di lavoro, varianti genetiche, etc.) che non è possibile per il singolo individuo stabilire con certezza se sarà nel 20% o nell’80%.
Il che fa del cancro al polmone una sorta di spauracchio che non fa paura a nessuno.
Non sto dicendo che questo sia l’atteggiamento giusto: sto dicendo che credo sia invece importantissimo far leva su ben altri problemi che colpiscono tutti di sicuro, che sono più visibili, più circoscritti, che hanno mille altri problemi collegati. Va fatta decisamente più informazione e di qualità maggiore.
Nessuno ha smesso perché sul suo pacchetto di sigarette c’è scritto Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno, perché messa così non vuol dire proprio una beata fava.

Ma sto divagando.

Oggi è la Giornata mondiale senza tabacco. Da domani comincio un programma di un mese (che ho segnato diligentemente sul calendario) in cui diminuirò le sigarette ogni settimana fino ad arrivare a smettere il giorno 29 Giugno. Per le due settimane successive (o più), sarò intrattabile e in piena crisi di astinenza, per cui mi scuso preventivamente.

Lo scrivo qui perché finora ho provato a smettere o diminuire senza avere mai successo, e senza dirlo a nessuno.
Adesso se non ci riuscirò siete autorizzati a insultarmi, togliermi il saluto, prendermi a calci, darmi della sfigata smidollata, e qualsiasi altra cosa.
Se non ci riesco, sarò pubblicamente una cretina.
Insomma, sto chiedendo l’aiuto del pubblico.

Questi sono i 10 motivi per cui voglio smettere, in ordine di importanza:

1) smettere di imporre il fumo passivo alla mia metà dolce
2) avere una salute migliore
3) risparmiare 114 euro al mese
4) smettere di sentirmi in colpa
5) smettere di sentirmi un’inetta
6) non sentire più l’odore di fumo
7) essere più rilassata
8) sembrare un po’ più bella (beh, insomma, nei limiti)
9) non avere più l’alito che sa di posacenere
10) non essere più una schiava.

Da ultimo, si dice che smettere di fumare aiuta a ridurre dei costi per il settore sanitario.
Tra i mille tentativi che ho fatto c’è stato anche quello di vedere cosa offriva il sistema sanitario come aiuto a chi decide di smettere di fumare.
Quello che ho trovato è stato poco o niente: o i gruppi di aiuto erano rigorosamente in orario d’ufficio oppure a pagamento.
Spero che nel frattempo le cose siano cambiate, ultimamente non ho controllato.
Visto che oltretutto un fumatore paga molte più tasse allo Stato comprando le sigarette, mi aspettavo qualcosa di meglio.