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Vivere con un Androide

Attenzione: questo articolo è stato scritto più di 12 anni fa, alcune informazioni potrebbero essere obsolete.

Dopo un po’ di anni di onorato servizio dell’E71 e di un iPod Touch prima versione, finalmente sono riuscita ad acquistare uno smartphone degno di questo nome, e archiviare entrambi i precedenti dispositivi.
Il cellulare in questione è il Samsung Galaxy S II, a cui ho aggiunto quasi subito una microsd da 32 GB.
La scelta di questo cellulare è stata dettata soprattutto da questioni di prezzo: dove l’ho acquistato (Amazon Italia) l’ho pagato circa 150 euro meno di un negozio e non devo tenerlo per sempre in comodato d’uso (come succederebbe se dovessi acquistarlo col mio operatore mobile). Il prezzo naturalmente non è basso, ma non è nemmeno folle.

Dopo circa un mese di utilizzo, devo dire che sono molto soddisfatta dell’acquisto.
Non ho avuto grosse difficoltà a capire come utilizzarlo, e ho quasi subito svaligiato l’Android Market.
Per me che uso quasi tutti i servizi di Google da una vita (Gmail, che uso da agosto 2004, il Reader, il Calendar, i Documents e Picasa per fare degli esempi), avere anche solo tutti i miei contatti già disponibili subito dopo aver inserito la SIM è stata una comodità senza pari.
Il fatto che sia leggero e plasticoso mi dava qualche perplessità prima di acquistarlo; devo dire invece che apprezzo moltissimo il peso così basso, e non mi dà l’impressione di rompersi facilmente.
Lo schermo è della grandezza giusta, il cellulare è decisamente veloce, il lettore mp3 consuma pochissimo e in generale la batteria si è pericolosamente scaricata solo un giorno in cui non riusciva ad agganciare l’operatore (in una zona della mia città dimenticata dal Dio dell’Informatica).
Due programmi mi hanno fatto proprio innamorare di questo cellulare: il MAME, l’emulatore dei giochi da bar che conosco e apprezzo da quando è nato, e Winamp, che ho praticamente sempre usato e ne apprezzo moltissimo la versione per Android, tanto che la versione Pro è stato il mio primo acquisto.
Mi sento invece orfana di Cosmetifique, e non ho trovato alternative valide sul Market. Per chi come me soffre di allergie, uno strumento di questo genere è piuttosto utile, e non averlo è una perdita.
L’unico vero difetto che ho trovato finora è che aprire il cellulare per cambiare la SIM è decisamente scomodo: la copertura di plastica leggera è difficile da rimuovere, anche se poi è semplicissimo rimetterla a posto.

Più di dieci anni fa, in piena sbornia da new economy, quando la mia azienda mi aveva dotato di quello che era stato ribattezzato il Palm dei poveri, desideravo già un cellulare con queste funzionalità e mi chiedevo quando ci saremo arrivati. Averlo finalmente tra le mani è un desiderio che si realizza.

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