Non mi sono mai piaciuti gli apprezzamenti espliciti dagli sconosciuti, in nessuna forma.
Ma ho sempre apprezzato gli sguardi di chi ti fa capire, senza stare a puntare decisamente la scollatura, che gli piaci, e che se potesse scambierebbe volentieri quattro chiacchiere con te.

Ormai sono anni che non attiro quegli sguardi, ma proprio nemmeno uno per sbaglio, nonostante mi curi decisamente molto di più rispetto a prima.
Non è successo niente di strano: solo, non essendo già una particolare bellezza da giovane, adesso che c’ho pure un’età ormai di bellezza non ce n’è rimasta.

Un po’ mi dispiace, lo confesso. Ma non è questo il problema.

Il problema, cara la mia commerciante che hai un negozietto di abiti in un caratteristico paesino di fronte a un lago, è che se ti chiedo la taglia di un abito di lino, che già di suo costa uno sproposito, tu mi guardi e dici che è una 46, e aggiungi che per me va bene perché quella è la mia taglia, e ti stai sbagliando di due taglie, forse stai commettendo un errore.

E mi hai pure fatto pensare che forse a vedermi potevi anche avere ragione, visto che tuttora quando compro qualcosa tendo a prendere una M, quando in realtà la mia taglia è tornata ad essere una S.

Ma se di bellezza non ce n’è rimasta, cara la mia commerciante che hai un negozietto di abiti in un caratteristico paesino di fronte a un lago, da qui a sostenere che sono diventata una botte ce ne passa, e fa di te una totale idiota.
E mi dispiace di non aver alzato i tacchi subito, senza passare dal via.