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Dov’ero rimasta?

Ho dei seri problemi a connettere in questi giorni, e la questione trasloco non è del tutto conclusa, come nelle migliori tradizioni.
Mi sento cotta come una papera muta al forno.
La nostra casa nuova è bellissima, anche se ancora a metà.

Come succede subito dopo ogni trasloco che si rispetti (che la sottoscritta è di fatto al trasloco numero 10 da quando è nata, di cui 6 a cui ha partecipato attivamente), al mattino è tutto un avanti-indietro per cercare le cose di base come la tazza per il latte, il caffè, oddio no il caffè è finito, in quale scatolone sono le scorte? ah si, quello lì, ma vaccaboia sono in fondo, mi tocca spostare tutto.

Comunque la nostra casa nuova è bellissima, l’ho già detto?

E poi riabituarsi a dormire in una stanza che è calda quasi il doppio e senza rumori, finalmente.
Quella vecchia, poverina, nonostante la ripulitura a fondo (ah giusto: se a qualcuno servisse un bravissimo, ma davvero bravissimo, imbianchino ninja a Milano faccia un fischio, che giro il contatto molto volentieri), dicevo, nonostante la ripulitura ha tutti gli infissi da rifare, come minimo.
Nonostante questo, lasciarla mi mette molta tristezza.

Però la nostra casa nuova è proprio bellissima.
Poi appena esco dal forno scrivo qualcosa di meno delirante.

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