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Irritazione generica (de)motivata

Caro “signore”,
tu che entri nella metropolitana linea 3 di Milano al mattino, con un completo e un orologio da nmila euro, e i capelli sporchi.
Tu che ti siedi svaccandoti a gambe larghe, prendendo mezzo posto in più.
Tu che, quando per evitare di essere schiacciata, accavallo le gambe verso di te, ti ripulisci ossessivamente il tuo vestito costoso, quando probabilmente la suola delle mie scarpe è più pulita.

Tu devi proprio sapere una cosa: se ti dico mi scusi sfoggiando il mio più bel sorriso ipocrita, non mi sto scusando con te.
Mi scuso con il resto dell’umanità per la tua vergognosa arroganza ignorante.

Ah, dimenticavo: lavati, qualche volta.

Com’è bella la città
com’è grande la città
com’è viva la città
com’è allegra la città.

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