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Agenzia delle cavolate

Da onesta cittadina, pago le tasse.
Ho iniziato a pagarle lo stesso anno in cui è uscito l’Unico online, e da allora l’ho sempre usato.
Con tutti i problemi del caso, alla fine si è dimostrato uno strumento utile e relativamente semplice.
Mi è capitato di fare un errore (e da allora mi dico sempre mai fare la dichiarazione dei redditi alle due di notte), ma è stata solo colpa mia.
Ma veniamo al dunque: qualche giorno fa mi arriva una raccomandata, 630 euro da pagare per la dichiarazione 2005 (anno 2004).
Mi piglia un po’ un colpo ma mi rassegno a pagare, pensando che ci fosse un altro errore da parte mia*.
Dopo 10 minuti mi viene in mente che forse era meglio controllare.
In effetti c’era qualcosa di strano: nel foglio col riepilogo di quello che era stato dichiarato e le discrepanze, mi contestavano una cosa, invece nelle note, altre due cose diverse.
Chiamo il numero e la persona indicata nell’avviso per avere delucidazioni.
Ci tengo a dire che non ero né nervosa né arrabbiata, ma davvero stavo soltanto cercando spiegazioni.
La persona con cui parlo è nervosa, sulla difensiva, alza la voce, e mi spiega sostanzialmente poco o niente, tranne che la discrepanza tra le due cose probabilmente è dovuta al fatto che la prima nota era stata fatta dal computer, la seconda a mano.
Alla fine, contestandomi il fatto di aver segnato il pagamento dell’affitto come detrazione, mi chiede:

Ma a lei chi l’ha consigliata di fare questa cosa?

Non vi dico cosa gli avrei risposto, lo potete intuire.
Gli ho invece detto chiaramente di stare tranquillo, che non volevo polemizzare, che non ce l’avevo con lui, ma che volevo soltanto capire. Non ha cambiato tono né mi ha spiegato nulla, mi ha solo detto di andare lì coi documenti che avevo già portato.
Per la precisione, che aveva già portato due volte quella santa donna di AnnaMamma, che ieri c’è tornata, per farsi dire mi scusi, abbiamo sbagliato noi, con conseguente annullamento della raccomandata**.
Santa donna perché per andare nell’ufficio giusto bisogna andare in culo a paperino dall’altra parte della città, e tra quello e la coda si perde almeno mezza giornata.
Che se non ci fosse lei perderei io, in questo caso per niente.
In tutto questo mi sorge spontanea una domanda: ma mettere in grado le persone di lavorare in modo più decente?
Perché il signore in questione si sarà anche comportato male, ma mi sembra anche che non sia stato messo in grado di lavorare, visto che oltretutto i documenti che servivano c’erano già, ma qualcuno si era dimenticato di inserirli in questo benedetto computer (e non era lui a doverlo fare, questo l’ho accertato).
Ma soprattutto mi chiedo: fossi andata io al posto di AnnaMamma, chi mi ridava indietro il permesso che avrei dovuto necessariamente prendere?
E infine: ma perché diavolo la devono fare così lunga e così difficile?

*per quell’anno avevo dichiarato qualcosa di cui non avevo il CUD, perché i simpaticoni non l’avevano emesso, non pagandomi nemmeno l’INPS (avevano già tentato di fare i furbi non pagandomi la seconda parte del dovuto), ovviamente rischiando (io) una multa. Infatti l’agenzia aveva già chiesto lumi a luglio, ed ero riuscita a costringere l’azienda a emettere quel benedetto CUD, e a sistemare tutto, alla faccia loro e con grande soddisfazione. Tuttavia avendo chiaramente fatto io i conti di quanto fosse il totale, potevo aver sbagliato.
**cosa detta a voce e non documentata.

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Discussione

  1. Gentile X,
    detto da tributarista : trattavasi di richiesta di chiarimenti o di cartella ex art 36 bis - 36 ter dpr600/73 ? Nel secondo caso , o ti fai documentare dall'Ufficio l'annullamento in autotutela , o devi impugnarla nel termine di rigore di 60 giorni . Occhio .

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