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La mano e la sofferenza

Un famoso koan zen recita:

Mostrami la mano nella quale tieni la sofferenza.

Dopo un mese di raccoglimento, il discepolo al quale il maestro rivolse questa domanda ritornò dal maestro e gli disse: “La destra” e il maestro gli diede una bastonata sulla schiena (i maestri zen sono molto maneschi). Dopo un altro mese, con aria trionfante e furba, ritornò e gli disse: “La sinistra” e il maestro gli diede un’altra bastonata sulla schiena. A questo punti il discepolo gridò: “Vaffanculo vecchio rincoglionito, tu e le tue domande del cazzo!” (traduzione letterale dal giapponese). Il maestro allora lo abbracciò esultante: “Finalmente hai capito, figlio mio, che sono domande del cazzo!”

Giulio Cesare Giacobbe, Come diventare un buddha in cinque settimane, Ponte alle grazie, Milano 2005

(Un titolo del cazzo, appunto, per un libro magnifico. Torno a schiantare sul letto, dopo questa fatica.)

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