Skip to content

Fenomenologia del qualunquista

ovvero
della rinascita del Fronte dell’Uomo Qualunque*


Siamo circondati. Come il virus dei polli, ci sono ma non si vedono. Sono sempre di più.

Il qualunquista, che chiameremo Q. anche in onore dell’omonimo essere di startrekkiana memoria, si ciba a colazione di pane, frasi fatte e leggende metropolitane.
“Dove si fermano i camionisti è lì che si mangia bene”, “Ormai si passa direttamente dalle mezze maniche al cappotto”, “I neri hanno il ritmo nel sangue”.

Il Q. ignora completamente il concetto di complessità. Ogni fenomeno ha una ed una sola spiegazione. La crisi economica italiana infatti è colpa dell’euro.

Il Q. pensa che la sua città/paese siano il centro dell’universo.
Il Q. non si occupa di politica. Lavora, mette su famiglia, compra una casa ma i politici sono tutti uguali, sia la destra che la sinistra, sono tutti corrotti.

Il Q. va in vacanza in Indonesia, ma non ha ben chiaro dove si trova Terni. ‘In Toscana?’

Per il Q. soltanto gli specchi riflettono.
“E’ del partito della pagnotta: mangia, beve e se ne ‘mporta.”**

* il Fronte dell’Uomo Qualunque, movimento fondato da Guglielmo Giannini. nasce nel 1946 in occasione delle prime elezioni dell’Italia Repubblicana. Il movimento fu fondato da Guglielmo Giannini, un “drammaturgo grasso ed esuberante”, di cui rimase celeberrima la frase “Ciò che noi chiediamo, noi gente, noi Folla, noi enorme maggioranza della Comunità, noi padroni della Comunità e dello Stato, è che nessuno ci rompa più i coglioni”. “Il Fronte avrebbe dato in prestito il proprio nome a un nuovo e sprezzante epiteto nella politica italiana, quello di qualunquista” (tratto da “Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi”, Paul Ginsborg, Einaudi 1989). Per approfondire l’argomento, L’uomo qualunque, Sandro Setta, Laterza 1975.
**si riferisce al modo di dire diffuso a Roma negli anni successivi alla comparsa del Fronte.

Articolo precedente

Articolo successivo

Discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.